I principi base dell’approccio delle costellazioni familiari in otto punti
Alla luce del crescente interesse e curiosità sulle Costellazioni, anche in seguito della serie Netflix “Another Self”, ho pensato di racchiudere in pochi punti essenziali e sintetici gli elementi fondanti della metodologia costellativa, rimandando una trattazione più esaustiva a una seguente pubblicazione. Mi auguro che queste note possano essere di stimolo ad approfondire ulteriormente questa meravigliosa metodologia.
Far fluire l’amore dove si è interrotto
Le costellazioni, nella loro accezione più “tecnica”, possono essere definite come “la simulazione dinamica e tridimensionale di un sistema”, intendendo come sistema qualsiasi insieme di elementi in interrelazione e interdipendenza reciproca: famiglia, organizzazioni, team, progetti di vita o di lavoro, sistemi sociali e altro ancora... Di fatto, ogni fenomeno può essere inquadrato come “sistema” e pertanto può essere esplorato mediante le costellazioni, al fine di portare nuova consapevolezza sulle dinamiche implicite che lo caratterizzano. Tuttavia, andando oltre ai tecnicismi e connettendoci al cuore di questo metodo possiamo definire meglio la costellazione come una via per far fluire l’Amore lì dove si è interrotto. Questa è l’essenza e il fine più alto di una costellazione: ripristinare innanzitutto il flusso di Amore, tra noi e gli altri, tra noi e noi stessi, tra noi e la vita. Per Amore (con la A maiuscola) intendiamo sia quella forza cosmica e spirituale che tutto pervade , la stessa di cui Dante dice “che move il sole e l’altre stelle”; sia, la meta ultima della nostra esperienza terrena. Come grandi iniziati di ogni tradizione ci suggeriscono: imparare l’amore è il compito dell’essere umano in questa incarnazione planetaria (cfr Rudolf Steiner).
Nelle relazioni spesso accade che il regolare fluire dell’Amore venga ostruito o bloccato per una serie di circostanze: irretimenti transgenerazionali, riattivazione di ferite arcaiche, violazione delle leggi sistemiche, torti inflitti e subiti, eventi di questa vita o di vite altre, ovvero eventi karmici. Gli incontri con le persone significative della nostra vita costituiscono i più importanti eventi della nostra biografia: ci incontriamo sempre per ragioni di destino, per ri-conoscerci e per “guarirci” reciprocamente in una infinita e perlopiù misteriosa varietà di modi.
Perché è importante permettere all'amore di fluire libero? Nella nostra essenza più intima “noi siamo amore”. Se partiamo da questo presupposto, viene da sé comprendere che tutte le volte in cui ostacoliamo questo flusso verso gli altri e verso noi stessi è come se mettessimo in atto un gesto innaturale: come se chiudessimo il rubinetto della nostra stessa essenza, danneggiando così innanzitutto noi stessi. Riaprire quel rubinetto significa dire Si alla pienezza della vita, alla gioia di relazioni generative e all’abbondanza del “grande ricevere”.
1.Comprendere i confini del nostro sistema familiare
Per avere una comprensione più estesa e sistemica delle dinamiche che caratterizzano la nostra famiglia e dare senso a vicende, eventi ripetitivi e disagi che alterano l’armonia del sistema possiamo iniziare a includere i seguenti aspetti, soprattutto alla luce di un principio fondamentale: il sistema familiare non ammette esclusioni. Quando un familiare viene escluso ingiustamente, si genera una tensione o un disagio nel sistema, che si tramanda generazione dopo generazione. Saranno generalmente i più piccoli a farsi carico di quella sofferenza per ricordare al sistema la necessità di inclusione degli esclusi. La sofferenza è al servizio dell'evoluzione del sistema.
1.Il sistema familiare è un rete interconnessa e interdipendente di destini, eventi e energie che non si esauriscono con la morte delle persone, ma che permangono come tracce mnemoniche nel “campo cosciente” del sistema familiare e vengono tramandate di generazione e in generazione, prevalentemente in modo inconscio.
2. Per “sistema familiare” non si intende solo ciò che comunemente intendiamo con “famiglia”. Al sistema familiare appartengono genitori, fratelli, fratelli dei genitori, nonni, talvolta bisnonni, antenati (specie coloro che hanno avuto un destino difficile o particolare), i bambini non nati o morti prematuramente. Appartengono al sistema anche tutti coloro che hanno “fatto posto” ovvero hanno creato con il sacrificio della loro vita le condizioni attraverso cui la vita si è tramandata fino a noi; come anche le vittime e i carnefici di eventuali delitti commessi o subiti da membri della famiglia anche diverse generazioni or sono. Per quanto possa apparire strano, per una legge di compensazione che non ammette revoche, anch’essi entrano a far parte del sistema familiare.,
3. Domande utili per comprendere il sistema familiare:
- Nella storia della nostra famiglia, ci sono stati aborti (volontari o spontanei), quindi bambini non nati, nati morti, morti precocemente?
Ci sono figli illegittimi, non riconosciuti o nati al di fuori della relazione principale?
Ci sono state persone morte precocemente?
Ci sono “lutti” troppo dolorosi, che sono divenuti tabù familiare, di cui non si può parlare?
Sono avvenute esclusioni di persone con un destino difficile o particolare: suicidi, persone con problemi mentali, disabilità, dipendenze da alcol o droga?
Ci sono grandi storie d’amore interrotte? Relazioni interrotte forzatamente o ingiustamente per cause di forza maggiore (partenza per la guerra, obblighi familiari, scelte di convenienza, differenze di ceto sociale o di religione, tutto ciò che comporta scandalo…)
Ci sono eredità o grandi somme di denaro ricevute ai danni di qualcun altro o viceversa?
Ci sono fallimenti che hanno comportato sentimenti di vergogna, esclusione, morte?
2. Quali sono i ruoli in una costellazione
All’interno del processo costellativo, distinguiamo i seguenti ruoli.
Il cliente: colui/colei che porta un tema da esplorare
I rappresentanti: coloro che si pongono al servizio dell’esplorazione venendo scelti a rappresentare i ruoli del sistema familiare del cliente (padre, madre, fratelli, figli… o altri elementi concreti o astratti)
Gli space-holders: coloro che osservano lo svolgimento possono sostenere il processo con la loro intenzione consapevole
Il facilitatore: colui che permette al processo di svolgersi, di prendere vita e di svelarsi, senza aggiungere nulla che non sia già presente nel campo, accompagnando il cliente con ferma amorevolezza
Tutti i ruoli, incluso quello del facilitatore, si pongono con rispetto e umiltà al servizio del cliente.
3. Attitudine del costellatore
Lo sguardo e l’attitudine del costellatore è descrivibile come uno stato di meditazione vigile e di percezione amplificata, che volge la sua attenzione all’intero - all’Olos – più che alle singole parti, ricordandosi che Il tutto è maggiore della somma delle parti. Il costellatore si raccoglie in se stesso e adotta lo sguardo della “seconda attenzione”, che sposta il focus dalla mente ordinaria al cuore per poter cogliere l’invisibile nel visibile e per alimentare l’equanimità necessaria a non prendere le parti di alcuno, rimanendo sempre estraneo alla dinamica vittima-carnefice-salvatore.
4. Il “campo cosciente”
Ciò che permette alla costellazione di svolgersi è una forza invisibile a cui tutti apparteniamo e che definiamo “campo cosciente” o - secondo le parole di Rupert Sheldrake “campo morfico” o “morfogenetico”. Si tratta dell’evidenza nota agli antichi: lo spazio vuoto non è vuoto, ma composto da sostanza eterica, un’energia (o materia ad alta frequenza) composta da informazioni a cui accediamo quando poniamo un intento chiaro e entriamo in uno stato di lieve raccoglimento interiore. E’ la dimostrazione tangibile e concreta del concetto orientale di vacuità come principio di interdipendenza e inter-essenza tra ogni fenomeno, oggi cari anche alla fisica quantistica. Il campo morfico è un campo di memorie che lo stesso Sheldrake ha anche definito “il campo del passato”. Secondo la mia esperienza esso è più di questo, include altresì il campo delle future possibilità strettamente connesso al campo del passato. Nella realtà, secondo quanto da me osservato, il campo cosciente trascende la sequenzialità di passato-presente-futuro vivendo di simultaneità interconnessa interdipendente di ogni fenomeno: un evento di oggi può cambiare non solo il futuro ma anche il passato. Cambiando il passato, cambio il futuro, cambiando il futuro, cambio il passato. Tutto questo, naturalmente accade nel presente. Come ha affermato magistralmente Milton Erckson: non è mai troppo tardi per avere un’infanzia felice.
5. La differenza tra amore piccolo e Amore grande
Una forza più grande tiene insieme gli appartenenti allo stesso sistema familiare e opera come un vincolo di lealtà che annoda i destini degli appartenenti allo stesso nucleo familiare e li rende interdipendenti soprattutto rispetto a alcune dinamiche sistemiche. Per questo genere di “amore-lealtà” i figli sono disponibili a morire per i propri genitori (vedi paragrafo successivo). Ad esempio, un figlio potrebbe dire interiormente a un genitore malato: muoio io al posto tuo. Oppure, un familiare potrebbe voler seguire un genitore o antenato defunto nel regno dei morti. E’ un’operazione impossibile: nelle costellazioni si rivela come auto-evidente il principio secondo cui i defunti hanno il loro regno e non desiderano che i vivi li raggiungano anzi-tempo. Frequentemente, i rappresentanti dei vivi - realizzando che il loro tentativo di raggiungere i defunti non porta alcun beneficio a nessuno (non essendo un movimento di “vero amore” ma di “amore cieco” e non generativo), si trovano a pronunciare frasi di guarigione quali ad esempio:
“rispetto il tuo destino e so che non è il mio”
“io resto” o “io resto ancora un po’”
“ti raggiungerò quando sarà tempo”
“segno e onoro il confine che c’è tra me e te”.
E’ in virtù di un “amore più grande” (inteso sia più adulto che più saggio) che tali irretimenti possono essere trasformati da lealtà che lega ad amore che libera consentendo così a ciascuno di onorare il proprio destino, senza sostituirsi con il destino altrui.
6. Il pensiero magico
I bambini inconsciamente sono disponibili a sacrificarsi per i propri genitori e per le persone che amano, in virtù di un “pensiero magico” che li porta ad affermare interiormente e inconsciamente frasi quali:
• "Se mi ammalo io tu guarirai" o "mi ammalo io al tuo posto"
• "Se porto io il peso della tua croce, tu starai meglio"
• "Se guardo io per te questo dolore, il tuo destino sarà più lieve"
• "Muoio io al posto tuo" (ad esempio alla madre malata)
• "Vado via io al posto tuo" (ad esempio al padre che lascia la famiglia)
7. Sindrome da anniversario
La presenza del campo di memorie familiari spiega la cosiddetta “sindrome da anniversario”, ovvero la ricorrenza di alcune date significative nel destino familiare: morti, incidenti, eventi significativi che si ripetono secondo una logica totalmente inconscia nella medesima data come un appuntamento di destino transgenerazionale.
8. Gli ordini dell’amore in sintesi
Bert Hellinger ha sistematizzato tre principi sistemici - gli ordini dell’amore - che stanno alla base del fluire dell’amore nella famiglia e - in generale - nelle relazioni. La violazione di tali principi essenziali che creano disarmonia e disagio.
1. Appartenenza: il sistema familiare non ammette esclusione. Quando qualcuno viene escluso ingiustamente, si genera sofferenza. Saranno generalmente i più piccolo a farsi carico di quella sofferenza per ricordare al sistema la necessità di inclusione degli esclusi. La sofferenza è al servizio della guarigione del sistema.
2. Precedenza: ci sono pesi sistemici diversi a seconda della precedenza degli elementi all’interno di un sistema. Esiste una “gerarchia naturale” in cui chi è più anziano ha un peso speciale entro il sistema: è più connesso alle radici e in altre parole è più “fondamentale”. D’altro canto, il più giovane è più connesso al futuro e pertanto è più “significativo”. Quando chi viene dopo onora e riconosce con gratitudine chi è venuto prima, quest’ultimo offre la propria benedizione. Il passato, guardato con rispetto e gratitudine, benedice sempre tutto ciò che viene dopo di lui.
3. Scambio e compensazione: ogni sistema relazionale si mantiene in armonia grazie all’equilibrio tra dare e ricevere. Su un piano relazionale, quindi, ciò che può danneggiare una relazione sono gli sbilanciamenti in questa delicata dinamica in cui spesso chi da sente in “buona coscienza” o “innocente” mentre chi riceve si sente in colpa al punto da sentire l’impulso alla compensazione. Quando riceviamo troppo rispetto a quanto siamo nelle possibilità di restituire la relazione si rompe. Su un piano transgenerazionale, chi ha acquisito dei vantaggi o dei guadagni a spese di qualcun altro obbligherà chi viene dopo di lui/lei a compensare quel guadagno “illecito” con perdite compensatorie che andranno a saldare il debito acquisito.
Le costellazioni non possono essere comprese se non attraverso l’esperienza. Se lo desideri, puoi trovare a questo link maggiori informazioni sul percorso di formazione e nel nostro calendario le date dei nostri futuri appuntamenti. Laboratori e seminari sono aperti alla partecipazione di tutti. Non esitare a contattarci per una call di approfondimento: segreteria@altroove.it.
Lorenzo Campese
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